Alex Schneider
Masseneinwanderung: Wie weiter Frau SchranerBurgener?
Masseneinwanderung trotz Lockdown: Wie weiter Frau SchranerBurgener?Während 2020 das Leben in der ganzen Schweiz drastisch eingeschränkt war, zogen so viele Men­
Masseneinwanderung trotz Lockdown: Wie weiter Frau SchranerBurgener?Während 2020 das Leben in der ganzen Schweiz drastisch eingeschränkt war, zogen so viele Men­
JA zu Mindestlöhnen für Velokuriere
Wenn das Lohnniveau in vielen Bereichen gleichzeitig angehoben wird (Minimallohn), ist ein Ausweichen für die Unternehmer schwierig, insbesonder
Wenn das Lohnniveau in vielen Bereichen gleichzeitig angehoben wird (Minimallohn), ist ein Ausweichen für die Unternehmer schwierig, insbesonder
Ist Indonesien ein Rechtsstaat?
Die indonesische Regierung ist kein verlässlicher Partner: Rechtsstaatlichkeit, Nachhaltigkeit und soziale Standards werden missachtet, Klein&
Die indonesische Regierung ist kein verlässlicher Partner: Rechtsstaatlichkeit, Nachhaltigkeit und soziale Standards werden missachtet, Klein&
NEIN zum Indonesien-Abkommen
NEIN zum Freihandelsabkommen mit Indonesien: Boden und Geld für Grosskonzerne?Auch Indonesische NGOs haben stark gegen das Freihandelsabkom&
NEIN zum Freihandelsabkommen mit Indonesien: Boden und Geld für Grosskonzerne?Auch Indonesische NGOs haben stark gegen das Freihandelsabkom&
Leute aus der bürgerlichen Mitte gegen den EU-Rahmenvertrag
Jetzt kommen die Ersten aus ihren Schützengräben, nachdem die Briten den Weg freigeschossen haben und die SVP in der Schweiz die Aufklärungsarbeit geleistet hat. Dann werde
Jetzt kommen die Ersten aus ihren Schützengräben, nachdem die Briten den Weg freigeschossen haben und die SVP in der Schweiz die Aufklärungsarbeit geleistet hat. Dann werde
Il mio Spider
La mia mappa politica
Spiegazioni della grafica e delle dimensioni
Posizione politica dettagliata
Domanda |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
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Il diritto di voto attivo dovrebbe essere ridotto dai 18 ai 16 anni. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
3 |
Almeno un posto su tre nell’amministrazione federale dovrebbe essere occupato per legge da una donna. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
4 |
Ai funzionari pubblici con contatti con la popolazione dovrebbe essere vietato l’uso di simboli religiosi (crocifissi, kippah, veli, ecc.). |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
5 |
I partiti dovrebbero rendere pubbliche le donazioni e i contributi di oltre 10.000 franchi. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
6 |
Coprire il viso e tutto il corpo dovrebbe essere vietato in tutta la Svizzera. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
7 |
Per quanto riguarda i reati penali, si prevede un aumento della pena detentiva di breve durata piuttosto che lavoro socialmente utile e pene pecuniarie. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
8 |
Le persone che mettono in pericolo la sicurezza svizzera dovrebbero poter essere espulse anche se la loro sicurezza non può essere garantita nel paese di origine. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
9 |
La polizia dovrebbe essere dotata di bodycam per prevenire gli attacchi contro gli agenti di polizia e per fornire prove chiare. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
10 |
L’esercito dovrebbe ottenere nuovi jet da combattimento e missili difensivi per 8 miliardi di franchi. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
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In futuro anche le donne dovranno prestare servizio militare, civile o di protezione civile. |
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Domande su Pubblica sicurezza & ordinamento giuridico | ||||||
12 |
Il passaggio di coscritti dall’esercito al servizio civile dovrebbe essere fermato rendendo il servizio civile meno attraente. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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Il governo federale dovrà mettere a disposizione più fondi per l'integrazione dei giovani stranieri. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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Il governo federale dovrebbe sviluppare ulteriormente i controlli alle frontiere, in particolare nel settore dei trasporti ferroviari. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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In Svizzera, i laureati provenienti da paesi terzi non appartenenti all’UE/EFTA non dovrebbero più rientrare nei contingenti di immigrazione per i cittadini di paesi terzi . |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
16 |
La Svizzera dovrebbe accogliere un maggior numero di profughi provenienti direttamente dalle zone di crisi. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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Gli stranieri che vivono in Svizzera da 10 anni devono godere del diritto di voto attivo a livello cantonale. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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La Svizzera dovrebbe candidarsi per un seggio temporaneo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
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Per concludere accordi di libero scambio con nuovi mercati, come l’America del Sud e il Sud-est asiatico, la Svizzera dovrebbe ridurre gli ostacoli economici agli scambi (ad es. dazi protettivi) per i prodotti agricoli importati. Tuttavia, le barriere commerciali dovrebbero essere abolite solo per i prodotti agricoli importati che rispettano gli standard ecologici e i diritti umani. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
22 |
Il tribunale arbitrale per la risoluzione delle controversie, previsto dall’accordo quadro tra la Svizzera e l’UE, dovrebbe basarsi sulla Corte di giustizia dell’Unione europea nel caso in cui i punti controversi riguardino il diritto comunitario. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
23 |
Per mantenere le misure adottate per la protezione dei salari e delle condizioni di lavoro (dette misure di accompagnamento), la Svizzera non dovrebbe firmare l’accordo quadro istituzionale e dovrebbe accettare che l’accordo sugli ostacoli tecnici agli scambi (MRA) non venga rinnovato. |
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Domande su Politica estera & integrazione degli stranieri | ||||||
24 |
Un altro miliardo di euro per il fondo di coesione dovrebbe essere versato all’UE solo se quest’ultima rinuncia a misure discriminatorie nei confronti della Svizzera, come il ripristino dell’equivalenza borsistica e il rinnovo dell’accordo sulle questioni tecniche commerciali (MRA) . |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
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La Svizzera dovrebbe introdurre la vaccinazione obbligatoria per i bambini in età prescolare. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
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Si dovrebbe vietare qualsiasi forma di pubblicità a favore dei prodotti del tabacco destinati ai bambini e ai giovani. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
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In Svizzera, l’eutanasia attiva diretta deve essere consentita da un medico specificamente autorizzato. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
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Si dovrebbe introdurre un consenso presunto alla donazione di organi. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
29 |
Più persone dovrebbero avere diritto ad una riduzione dei premi della cassa malati . A tal fine, i contributi federali e cantonali saranno aumentati. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
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Per ridurre il premio obbligatorio, il catalogo delle prestazioni della cassa malati obbligatoria verrà limitato alle prestazioni essenziali. Le prestazioni supplementari possono essere coperte da assicurazioni complementari individuali. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
31 |
Il governo federale dovrebbe promuovere la costruzione di alloggi a basso costo mediante la messa a disposizione a cooperative di almeno il 30% della superficie da calcolare in caso di nuove zonizzazioni. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
32 |
L’obiettivo è quello di incoraggiare i disoccupati a trovare un lavoro riducendo l’importo delle indennità di disoccupazione in caso di periodi di riferimento più lunghi. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
33 |
Si dovrebbe introdurre una maggiore tutela dal licenziamento per i lavoratori di età superiore ai 55 anni. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
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Il tasso di conversione della previdenza professionale dovrebbe essere determinato dalla Commissione LPP in funzione dell’aspettativa di vita e dei rendimenti medi previsti sul mercato dei capitali. |
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Domande su Politica sociale e sistema sanitario | ||||||
36 |
Si dovrebbe ridurre il fabbisogno di base per il sostentamento dell’assistenza sociale. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
37 |
In tutti i Cantoni, gli studenti dovrebbero imparare una lingua nazionale come prima lingua straniera. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
38 |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
39 |
I risultati degli studenti dovrebbero essere valutati con voti a partire dalla prima classe . |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
40 |
I criteri di ammissione per le licei cantonali dovrebbero essere aumentati. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
41 |
Per poter confrontare la qualità dei diversi licei della Svizzera, saranno resi pubblici i tassi di diploma per ogni liceo. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
42 |
Gli studenti di famiglie poco abbienti riceveranno un maggior numero di prestiti senza interessi invece delle borse di studio. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
43 |
I genitori che utilizzano le strutture diurne nelle scuole popolari dovrebbero sostenere al massimo la metà dei costi. Il resto è a carico dei Cantoni e dei Comuni. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
44 |
In futuro, lo Stato federale investirà circa lo 0,3% del prodotto interno lordo all’anno, ovvero 2 miliardi di franchi, per creare, in collaborazione con Cantoni e Comuni, un’offerta pubblica coordinata in tutta la Svizzera di assistenza familiare ai bambini di età pari o superiore ai 3 mesi. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
45 |
Il massimale dei costi detraibili per l’assistenza esterna dovrebbe essere portato nell’imposta federale diretta da 10000 a 25000 franchi. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
46 |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
47 |
Oltre al tradizionale congedo di maternità di 14 settimane, dovrebbe essere introdotto un cosiddetto congedo parentale di 12 settimane. |
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Domande su Politica familiare e politica d'istruzione | ||||||
48 |
La penalizzazione del matrimonio dovrebbe essere abolita così che le coppie debbano pagare l’imposta più bassa in base all’imposta individuale e all’accertamento dell’imponibile comunitario. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
49 |
La Svizzera dovrebbe investire 12 miliardi di franchi all'anno in energie rinnovabili. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
50 |
Il mercato dell’elettricità dovrebbe essere completamente liberalizzato, in modo che il consumatore finale possa scegliere il fornitore di elettricità nel mercato svizzero. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
51 |
Il Consiglio Federale dovrebbe fissare limiti massimi per le tariffe di roaming . |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
52 |
Il governo federale dovrebbe fissare standard minimi obbligatori per le misure di sicurezza informatica per le imprese svizzere. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
53 |
In futuro, anche i media online e la stampa dovrebbero essere sostenuti con i fondi della tassa radiofonica e televisiva quando forniscono servizi pubblici a livello locale o regionale. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
54 |
A partire dal 2030 non saranno più ammesse alla vendita autovetture nuove con motore a combustione interna. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
55 |
In Svizzera, i passeggeri devono pagare una tassa sul CO2 per i voli, a prescindere dal fatto che tale tassa sia stata introdotta a livello internazionale. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
56 |
Oltre ai combustibili fossili , anche i nuovi carburanti dovrebbero essere tassati con una tassa d’incentivazione . Analogamente alla tassa d’incentivazione per i combustibili, le entrate dovrebbero essere ripartite equamente tra la popolazione e le imprese. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
57 |
In Svizzera dovrebbe essere vietato l’allevamento intensivo industriale . |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
58 |
Il governo federale dovrebbe finanziare l’uso di modelli di car sharing . |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
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Per eliminare problemi di capacità e colli di bottiglia del traffico stradale e ferroviario, il governo federale dovrebbe introdurre un “Mobility Pricing” che renda più costoso il traffico stradale e ferroviario nelle ore di punta e nei tratti molto trafficati e riduca i prezzi nelle ore di morbida e nelle strade secondarie. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
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L’abbonamento generale (GA) e l’abbonamento Metà-prezzo dovrebbero essere sostituiti da un abbonamento a sconto progressivo , con un aumento percentuale dello sconto sui prezzi dei singoli biglietti più utilizzati. Questo riduce i prezzi dei biglietti. |
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Domande su Ambiente, trasporti, energia e comunicazione | ||||||
61 |
Il governo federale dovrebbe finanziare il progetto “Cargo sous terrain” . |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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In Svizzera, gli orari di apertura dei negozi dovrebbero essere completamente liberalizzati. |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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Il divieto di esportazione di materiale bellico nei paesi in cui si verificano conflitti armati dovrebbe essere modificato in base a una valutazione caso per caso . |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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La PostFinance dovrebbe essere autorizzata a concedere prestiti e mutui . |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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La crescita della spesa del bilancio federale dovrebbe essere al massimo pari alla crescita economica. |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
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Le persone con un reddito lordo superiore a 250.000 franchi dovrebbero pagare aliquote d’imposta più elevate di quelle attuali, riducendo le aliquote d’imposta sul reddito per le persone con redditi più bassi (aumento della progressività dell’imposizione fiscale). |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
70 |
Il governo federale dovrà immettere delle aliquote minime valide per i Cantoni per quanto concerne le imposte sulle società (imposta sull'utile), al fine di smorzare la concorrenza fiscale intercantonale. |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
71 |
Il governo federale dovrebbe introdurre lo scambio automatico di informazioni anche tra le banche nazionali e le autorità fiscali per i cittadini svizzeri. |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
72 |
Il valore locativo dovrebbe essere abolito. |
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Domande su Politica economica, fisco & finanze dello stato | ||||||
73 |
La tassazione forfettaria dei contribuenti stranieri facoltosi dovrebbe essere vietata in Svizzera. |
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Legenda:
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Sono a favore |
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Sono abbastanza a favore |
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Neutrale/non lo so |
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Sono abbastanza a sfavore |
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Sono a sfavore |
Mi sto impegnando per questo
Volkssouveränität, Umweltschutz, soziale GerechtigkeitFunzioni e impegni politici personali
Hobby / Interessi
Politik, Wirtschaft, TennisNuovi commenti personali


March 2020 Kommentar zu
Corona-Virus: Wir testen zurzeit ein Pascal-Zitat!
Selbstverständlich gibt es Nachteile des Lockdown. Diese werden von den Mainstream-Medien auch immer wieder herausgestrichen. Es gibt aber auch Vorteile (siehe oben).
Corona-Virus: Wir testen zurzeit ein Pascal-Zitat!
Selbstverständlich gibt es Nachteile des Lockdown. Diese werden von den Mainstream-Medien auch immer wieder herausgestrichen. Es gibt aber auch Vorteile (siehe oben).

March 2020 Kommentar zu
Schengen/Dublin funktioniert nicht!
Im Jahre 2005 hat das Schweizer Volk dem Beitritt zum Schengen/Dublin-Assoziierungsabkommen zugestimmt. Der Souverän hat
damals gehofft, dass die Schweiz mit diesem Regelwerk das Asylchaos in einigermassen überschaubare Bahnen lenken könne.
Bundesbern trickste damals aber im
höchsten Masse, fabulierte von der
«sicheren» Schengen-Aussengrenze
und bezifferte die jährlichen Kosten
auf 7,4 Millionen Schweizerfranken.
Heute ist die Schengen-Aussengrenze
löchriger als ein Schweizer
Käse – denn die Sicherung ist de
facto inexistent.
Die im Abstimmungsbüchlein genannten jährlich wiederkehrenden
Kosten von 7,4 Millionen Franken stiegen
bis im Jahre 2015 auf rund 100 Millionen Franken
und dürften sich heute auf etwa 120 Millionen Franken
belaufen. Exakte Zahlen sucht man vergebens, und Bundesbern
ist offensichtlich nicht bereit, diese korrekt zu
erheben und zu publizieren. Auf eine Interpellation der
SVP vom März 2018 mit dem Titel «Vollkostenrechnung
für das Schengen/Dublin-Abkommen» hält der Bundesrat
in seiner Stellungnahme wörtlich fest: «Es liegt keine
Schätzung der Kosten in Verbindung mit dem Verfahren
zur Übernahme und Umsetzung der Weiterentwicklungen
des Schengen/Dublin-Besitzstands vor.» Daraus ist
zu schliessen, dass Bundesbern im Bereich von Schengen/
Dublin vollends im Blindflugmodus unterwegs ist.
Man weiss offenbar nicht, wohin die Reise geht, wirft
aber dafür jede Menge Geld aus dem Fenster.
Dem Volk wurde im Abstimmungskampf vorgegaukelt,
dass jener Staat das Asylgesuch prüfen muss, in dem ein
Asylsuchender erstmals Schengen-Boden betritt. Zudem
hat der Souverän im Jahre 2006 die sogenannte Drittstaatenregelung
in der Asylrechts-Revision angenommen
– und somit wird die Einreise aus einem sicheren Drittstaat
zu einem klaren Ausschaffungsgrund.
Würde dieses Vorgehen angewendet, so hätten wir in der
Schweiz keinen einzigen Asylbewerber, weil wir durchwegs
von sicheren Drittstaaten umgeben sind und sämtliche
Flüchtlinge zurückweisen könnten. Jüngst haben
der frühere italienische Innenminister Matteo Salvini
und der ungarische Ministerpräsident Viktor Orbán versucht,
die Regeln von Schengen/Dublin einzuhalten, und
sie wurden dafür von der Brüsseler EU-Diktatur als üble
Schurken tituliert. Dass Italien unter den Migrationsströmen
übermässig zu leiden hat, ist in Anbetracht der
langen Schengen-Aussengrenze offensichtlich. Und was
Ungarn betrifft, so sind die unhaltbaren Vorwürfe an
Viktor Orbán reines Ablenkungsmanöver, zumal er sich
exakt an den Wortlaut von Schengen/Dublin hält.
Wer über die Türkei flüchtet, betritt erstmals in Griechenland
den Schengen-Raum und müsste dort registriert
werden. Viele Migranten wollen dies jedoch
nicht, sie verlassen Griechenland und somit den Schengen-
Raum, um dann über verschiedene Nicht-EU-Staaten
in Ungarn erneut und ein zweites Mal in den Schengen-
Raum einzureisen.
Zurück nach Italien. Nachdem Innenminister Salvini
nun ausgebootet worden ist, fühlt sich die europaweite
Gutmenschenfraktion in ihrer Absicht bestätigt, die
Fluchtrouten über das Mittelmeer zu intensivieren. So
hat zum Beispiel Carola Rackete, die fragwürdige Kapitänin
des Seerettungsschiffes «Sea-Watch 3», in einer
deutschen TV-Sendung die Forderung aufgestellt, dass
Deutschland eine halbe Million Migranten aus Libyen
sowie Millionen von Klimaflüchtlingen (was auch immer
das sein soll – Anmerkung d. Verfassers) aufnehmen
solle. Und aktuell vom Italiener Matteo Salvini befreit,
haben die Innenminister von Deutschland, Frankreich,
Italien und Malta eine Einigung zur systematischen
Verteilung von geretteten Flüchtlingen erzielt und
sprechen bei diesem Griff in die Trickkiste von einem
Notfallmechanismus.
Diese vier Länder hebeln das Assoziierungsbkommen
mit dem Segen der EU einfach mal aus und fordern von
den anderen Staaten ohne Widerspruch absolute Solidarität.
Auch von der Schweiz. Diejenigen, welche zusätzliche
Migranten aufnahmen, werden euphorisch als
«Koalition der Willigen» bezeichnet, was im Umkehrschluss
bedeutet, wer nicht bereit ist, weitere Flüchtlinge
aufzunehmen und sich an den Wortlaut des Assoziierungsabkommens
haltet, zwangsläufig ein unwilliger
Schurke ist.
Markus Melzl in Schweizerzeit Nr.20/2019, 25.10.2019
Schengen/Dublin funktioniert nicht!
Im Jahre 2005 hat das Schweizer Volk dem Beitritt zum Schengen/Dublin-Assoziierungsabkommen zugestimmt. Der Souverän hat
damals gehofft, dass die Schweiz mit diesem Regelwerk das Asylchaos in einigermassen überschaubare Bahnen lenken könne.
Bundesbern trickste damals aber im
höchsten Masse, fabulierte von der
«sicheren» Schengen-Aussengrenze
und bezifferte die jährlichen Kosten
auf 7,4 Millionen Schweizerfranken.
Heute ist die Schengen-Aussengrenze
löchriger als ein Schweizer
Käse – denn die Sicherung ist de
facto inexistent.
Die im Abstimmungsbüchlein genannten jährlich wiederkehrenden
Kosten von 7,4 Millionen Franken stiegen
bis im Jahre 2015 auf rund 100 Millionen Franken
und dürften sich heute auf etwa 120 Millionen Franken
belaufen. Exakte Zahlen sucht man vergebens, und Bundesbern
ist offensichtlich nicht bereit, diese korrekt zu
erheben und zu publizieren. Auf eine Interpellation der
SVP vom März 2018 mit dem Titel «Vollkostenrechnung
für das Schengen/Dublin-Abkommen» hält der Bundesrat
in seiner Stellungnahme wörtlich fest: «Es liegt keine
Schätzung der Kosten in Verbindung mit dem Verfahren
zur Übernahme und Umsetzung der Weiterentwicklungen
des Schengen/Dublin-Besitzstands vor.» Daraus ist
zu schliessen, dass Bundesbern im Bereich von Schengen/
Dublin vollends im Blindflugmodus unterwegs ist.
Man weiss offenbar nicht, wohin die Reise geht, wirft
aber dafür jede Menge Geld aus dem Fenster.
Dem Volk wurde im Abstimmungskampf vorgegaukelt,
dass jener Staat das Asylgesuch prüfen muss, in dem ein
Asylsuchender erstmals Schengen-Boden betritt. Zudem
hat der Souverän im Jahre 2006 die sogenannte Drittstaatenregelung
in der Asylrechts-Revision angenommen
– und somit wird die Einreise aus einem sicheren Drittstaat
zu einem klaren Ausschaffungsgrund.
Würde dieses Vorgehen angewendet, so hätten wir in der
Schweiz keinen einzigen Asylbewerber, weil wir durchwegs
von sicheren Drittstaaten umgeben sind und sämtliche
Flüchtlinge zurückweisen könnten. Jüngst haben
der frühere italienische Innenminister Matteo Salvini
und der ungarische Ministerpräsident Viktor Orbán versucht,
die Regeln von Schengen/Dublin einzuhalten, und
sie wurden dafür von der Brüsseler EU-Diktatur als üble
Schurken tituliert. Dass Italien unter den Migrationsströmen
übermässig zu leiden hat, ist in Anbetracht der
langen Schengen-Aussengrenze offensichtlich. Und was
Ungarn betrifft, so sind die unhaltbaren Vorwürfe an
Viktor Orbán reines Ablenkungsmanöver, zumal er sich
exakt an den Wortlaut von Schengen/Dublin hält.
Wer über die Türkei flüchtet, betritt erstmals in Griechenland
den Schengen-Raum und müsste dort registriert
werden. Viele Migranten wollen dies jedoch
nicht, sie verlassen Griechenland und somit den Schengen-
Raum, um dann über verschiedene Nicht-EU-Staaten
in Ungarn erneut und ein zweites Mal in den Schengen-
Raum einzureisen.
Zurück nach Italien. Nachdem Innenminister Salvini
nun ausgebootet worden ist, fühlt sich die europaweite
Gutmenschenfraktion in ihrer Absicht bestätigt, die
Fluchtrouten über das Mittelmeer zu intensivieren. So
hat zum Beispiel Carola Rackete, die fragwürdige Kapitänin
des Seerettungsschiffes «Sea-Watch 3», in einer
deutschen TV-Sendung die Forderung aufgestellt, dass
Deutschland eine halbe Million Migranten aus Libyen
sowie Millionen von Klimaflüchtlingen (was auch immer
das sein soll – Anmerkung d. Verfassers) aufnehmen
solle. Und aktuell vom Italiener Matteo Salvini befreit,
haben die Innenminister von Deutschland, Frankreich,
Italien und Malta eine Einigung zur systematischen
Verteilung von geretteten Flüchtlingen erzielt und
sprechen bei diesem Griff in die Trickkiste von einem
Notfallmechanismus.
Diese vier Länder hebeln das Assoziierungsbkommen
mit dem Segen der EU einfach mal aus und fordern von
den anderen Staaten ohne Widerspruch absolute Solidarität.
Auch von der Schweiz. Diejenigen, welche zusätzliche
Migranten aufnahmen, werden euphorisch als
«Koalition der Willigen» bezeichnet, was im Umkehrschluss
bedeutet, wer nicht bereit ist, weitere Flüchtlinge
aufzunehmen und sich an den Wortlaut des Assoziierungsabkommens
haltet, zwangsläufig ein unwilliger
Schurke ist.
Markus Melzl in Schweizerzeit Nr.20/2019, 25.10.2019

February 2020 Kommentar zu
NEIN zum Zensurgesetz: Toleranz nicht staatlich verordnen!
NEIN zum Zensurgesetz: Die Schweiz braucht kein Zensurgesetz!
Pragmatische Kräfte, die über genügend Selbstbewusstsein verfügen und für ein Miteinander plädieren, erkennen die Gefahren von Gesetzen, welche die Meinungsäusserungsfreiheiten einschränken. Auch sie fragen sich, ob die drohenden Klagewellen und die damit verbundene Verunsicherung der Bevölkerung nicht zuletzt der Akzeptanz homo- und bisexueller Menschen in unserer Gesellschaft schaden würden. Denn das kann nicht der Sinn einer neuen Strafnorm sein.
Das Zensurgesetz gibt vor, nur “Hassrede” unter Strafe zu stellen.. Wo die Grenzen der Meinungsfreiheit genau enden sollen, ist dabei rechtlich kaum fassbar. Die bisherigen Erfahrungen mit der Rassismus-Strafnorm haben gezeigt, dass der Staat Gefahr läuft, diese Grenzen willkürlich auszulegen. Alles, was auch nur in die Nähe einer Gesinnungsjustiz kommt, ist für eine Demokratie aber brandgefährlich!
Diverse Staaten kennen bereits Gesetze, welche die “Diskriminierung aufgrund der sexuellen Orientierung” unter Strafe stellen. Die damit gesammelten Erfahrungen – Beispiele einsehbar unter www.zensurgesetz-nein.ch/erfahrungen-ausland - geben Aufschluss darüber, welch seltsame Blüten diese Strafnormen treiben… Absolut unverhältnismässig und über das Ziel hinausgeschossen: Das wollen wir nicht in der Schweiz!
Weitere Infos: www.zensurgesetz-nein.ch
NEIN zum Zensurgesetz: Toleranz nicht staatlich verordnen!
NEIN zum Zensurgesetz: Die Schweiz braucht kein Zensurgesetz!
Pragmatische Kräfte, die über genügend Selbstbewusstsein verfügen und für ein Miteinander plädieren, erkennen die Gefahren von Gesetzen, welche die Meinungsäusserungsfreiheiten einschränken. Auch sie fragen sich, ob die drohenden Klagewellen und die damit verbundene Verunsicherung der Bevölkerung nicht zuletzt der Akzeptanz homo- und bisexueller Menschen in unserer Gesellschaft schaden würden. Denn das kann nicht der Sinn einer neuen Strafnorm sein.
Das Zensurgesetz gibt vor, nur “Hassrede” unter Strafe zu stellen.. Wo die Grenzen der Meinungsfreiheit genau enden sollen, ist dabei rechtlich kaum fassbar. Die bisherigen Erfahrungen mit der Rassismus-Strafnorm haben gezeigt, dass der Staat Gefahr läuft, diese Grenzen willkürlich auszulegen. Alles, was auch nur in die Nähe einer Gesinnungsjustiz kommt, ist für eine Demokratie aber brandgefährlich!
Diverse Staaten kennen bereits Gesetze, welche die “Diskriminierung aufgrund der sexuellen Orientierung” unter Strafe stellen. Die damit gesammelten Erfahrungen – Beispiele einsehbar unter www.zensurgesetz-nein.ch/erfahrungen-ausland - geben Aufschluss darüber, welch seltsame Blüten diese Strafnormen treiben… Absolut unverhältnismässig und über das Ziel hinausgeschossen: Das wollen wir nicht in der Schweiz!
Weitere Infos: www.zensurgesetz-nein.ch

February 2020 Kommentar zu
NEIN zum Zensurgesetz: Gefahr der Selbstzensur
NEIN zum Zensurgesetz: Ausgrenzung erhöht Radikalisierungsrisiken.
Wer sich aus Unsicherheit oder einem Ohnmachtsgefühl heraus gezwungen sieht, sich aus demokratischen Debatten zu verabschieden und zu isolieren, läuft viel eher Gefahr, sich zu radikalisieren, als wenn die Meinungsfreiheit nicht unterdrückt wird. Da er sich von argumentativen Auseinandersetzungen ausgeschlossen fühlt, sieht er sich in eine Opferrolle gedrängt und baut eine innere Abwehrhaltung auf, die sich viel eher in purem Hass oder gar Gewalt entlädt, als wenn diese Person in den demokratischen Kontext integriert geblieben wäre. Von daher können Rechtsbestimmungen, die bestimmte Meinungsäusserungen unter Strafe stellen, sogar kontraproduktiv sein: Das Diskriminierungspotenzial wird nicht beseitigt, sondern vergrössert sich.
NEIN zum Zensurgesetz: Gefahr der Selbstzensur
NEIN zum Zensurgesetz: Ausgrenzung erhöht Radikalisierungsrisiken.
Wer sich aus Unsicherheit oder einem Ohnmachtsgefühl heraus gezwungen sieht, sich aus demokratischen Debatten zu verabschieden und zu isolieren, läuft viel eher Gefahr, sich zu radikalisieren, als wenn die Meinungsfreiheit nicht unterdrückt wird. Da er sich von argumentativen Auseinandersetzungen ausgeschlossen fühlt, sieht er sich in eine Opferrolle gedrängt und baut eine innere Abwehrhaltung auf, die sich viel eher in purem Hass oder gar Gewalt entlädt, als wenn diese Person in den demokratischen Kontext integriert geblieben wäre. Von daher können Rechtsbestimmungen, die bestimmte Meinungsäusserungen unter Strafe stellen, sogar kontraproduktiv sein: Das Diskriminierungspotenzial wird nicht beseitigt, sondern vergrössert sich.

February 2020 Kommentar zu
NEIN zum Zensurgesetz: Gefahr der Selbstzensur
NEIN zum Zensurgesetz: Sexuelle Minderheiten werden bereits geschützt.
Angehörige sexueller Minderheiten werden bereits auf vielfältige Weise gesetzlich geschützt. Sie geniessen den gleichen Schutz wie alle anderen Bürger*innen auch. Zusätzliche Gesetze würden nicht den Schutz von Personen verbessern, sondern wären dazu geeignet, die freie Debatte über gesellschaftlich relevante und umstrittene Themen zu beschneiden. Es würden Tabus geschaffen, die nicht der Konfliktlösung dienen, sondern diese im gesellschaftlichen Untergrund gären liessen.
Was die sogenannte Diskriminierung aufgrund der sexuellen Orientierung betrifft, weiss heute noch niemand genau, welche Meinungsäusserungen Richter dereinst konkret als diskriminierend auslegen werden.
NEIN zum Zensurgesetz: Gefahr der Selbstzensur
NEIN zum Zensurgesetz: Sexuelle Minderheiten werden bereits geschützt.
Angehörige sexueller Minderheiten werden bereits auf vielfältige Weise gesetzlich geschützt. Sie geniessen den gleichen Schutz wie alle anderen Bürger*innen auch. Zusätzliche Gesetze würden nicht den Schutz von Personen verbessern, sondern wären dazu geeignet, die freie Debatte über gesellschaftlich relevante und umstrittene Themen zu beschneiden. Es würden Tabus geschaffen, die nicht der Konfliktlösung dienen, sondern diese im gesellschaftlichen Untergrund gären liessen.
Was die sogenannte Diskriminierung aufgrund der sexuellen Orientierung betrifft, weiss heute noch niemand genau, welche Meinungsäusserungen Richter dereinst konkret als diskriminierend auslegen werden.

February 2020 Kommentar zu
NEIN zum Zensurgesetz: Gefahr der Selbstzensur
NEIN zum Zensurgesetz: Fragwürdige Erweiterungen in der Warteschleife
Auch die Gesamtentwicklung im Bereich des Diskriminierungsschutzes darf nicht ausser Acht gelassen werden. So steht die gewichtige Frage im Raum: Welchen Gruppen wird als nächstes ein eigener gesetzlicher Schutz-Status zugestanden? Grundsätzlich könnten alle Menschen mit bestimmten Merkmalen, und seien sie noch so subjektiv eingefärbt, Rechtsansprüche auf einen Diskriminierungsschutz anmelden: also beispielsweise Diskriminierungsschutz aufgrund einer bestimmten Sprache, Altersgruppe, Haarfarbe, Raucher, Oldtimer-Vereine. Das Recht würde sich so komplett vom Realitätsprinzip verabschieden und zu Rechtsunsicherheit führen – die Büchse der Pandora wäre geöffnet.
NEIN zum Zensurgesetz: Gefahr der Selbstzensur
NEIN zum Zensurgesetz: Fragwürdige Erweiterungen in der Warteschleife
Auch die Gesamtentwicklung im Bereich des Diskriminierungsschutzes darf nicht ausser Acht gelassen werden. So steht die gewichtige Frage im Raum: Welchen Gruppen wird als nächstes ein eigener gesetzlicher Schutz-Status zugestanden? Grundsätzlich könnten alle Menschen mit bestimmten Merkmalen, und seien sie noch so subjektiv eingefärbt, Rechtsansprüche auf einen Diskriminierungsschutz anmelden: also beispielsweise Diskriminierungsschutz aufgrund einer bestimmten Sprache, Altersgruppe, Haarfarbe, Raucher, Oldtimer-Vereine. Das Recht würde sich so komplett vom Realitätsprinzip verabschieden und zu Rechtsunsicherheit führen – die Büchse der Pandora wäre geöffnet.

January 2020 Kommentar zu
NEIN zur Änderung der Rassismus-Strafnorm
NEIN zum Zensurgesetz: Problematik der Rassismus-Strafnorm
Art. 261bis StGB dient nicht der Unterbindung von Ehrverletzungsdelikten gegenüber konkreten Personen oder Personengruppen – wovor alle Bewohner*innen der Schweiz bereits heute in gleicher Weise geschützt sind -, sondern von allgemein gehaltener Kritik an den Gruppen, die einen strafrechtlichen Sonderschutz geniessen.
Seit ihrer Einführung ist diese Strafnorm höchst umstritten – gerade auch, weil sie naturgemäss von politischer Natur ist. Kritiker*innen bemängeln, dass es bei vergangenen Urteilen mitunter nicht um die Bekämpfung von Rassendiskriminierung ging, sondern um die Aburteilung pointierter Meinungsäusserungen zu Migrationsthemen.
NEIN zur Änderung der Rassismus-Strafnorm
NEIN zum Zensurgesetz: Problematik der Rassismus-Strafnorm
Art. 261bis StGB dient nicht der Unterbindung von Ehrverletzungsdelikten gegenüber konkreten Personen oder Personengruppen – wovor alle Bewohner*innen der Schweiz bereits heute in gleicher Weise geschützt sind -, sondern von allgemein gehaltener Kritik an den Gruppen, die einen strafrechtlichen Sonderschutz geniessen.
Seit ihrer Einführung ist diese Strafnorm höchst umstritten – gerade auch, weil sie naturgemäss von politischer Natur ist. Kritiker*innen bemängeln, dass es bei vergangenen Urteilen mitunter nicht um die Bekämpfung von Rassendiskriminierung ging, sondern um die Aburteilung pointierter Meinungsäusserungen zu Migrationsthemen.

January 2020 Kommentar zu
NEIN zur Änderung der Rassismus-Strafnorm
NEIN zum Zensurgesetz: Brennpunkt “Leistungsverweigerung”
Zwischen Staat und Bürger*innen gilt etwas als Diskriminierung, wenn der Staat eine willkürliche, sachlich nicht begründete Ungleichbehandlung vornimmt. Gemäss dem Grundsatz: Gleiches ist gleich, Ungleiches ist ungleich zu behandeln. Von den Bürger*innen aber kann nicht verlangt werden, dass sie alle Ungleichbehandlungen mit sachlichen Gründen rechtfertigen. Hinzu kommt, dass es wiederum eine Frage der Interpretation ist, welche Gründe als sachlich gelten können, und welche nicht. Dies gilt insbesondere bei Gewissensvorbehalten, die zum Beispiel bei der Frage relevant sind, ob ein Bäcker künftig dazu gezwungen werden können soll, eine Hochzeitstorte für ein gleichgeschlechtliches Paar anzufertigen. Richter über die Sachlichkeit von Gewissensvorbehalten entscheiden zu lassen, wo es nicht um die Erbringung von staatlichen Leistungen geht, sondern um die Beziehungen zwischen Privaten, ist brandgefährlich.
Es kann für Einzelpersonen und Personengruppen – wenn die Freiheit aufrechterhalten werden soll – keinen Rechtsanspruch darauf geben, von Privaten gleich behandelt zu werden. Die vorliegend diskutierte Strafnorm geht in Richtung Vereinigungszwang und ist deswegen zutiefst antiliberal. Sie suggeriert, dass Ungleichbehandlung unter Bürger*innen stets Ausdruck einer hasserfüllten, menschenverachtenden Gesinnung sind, was offenkundig nicht zutrifft.
Betreiber eines christlichen Hotels, das in der Hausordnung stehen hat, Doppelzimmer nur an verheiratete heterosexuelle Paare zu vermieten, käme ins Visier der Justiz. Auch die Betreiber eines privaten Adoptionsdienstes würden vor die Alternative gestellt, entweder Kinder auch an verheiratete gleichgeschlechtliche Paare zu vermitteln, oder aber ihre Dienste einzustellen. Ihre Überzeugung, dass Kinder am besten bei einem Vater und einer Mutter aufgehoben sind, würde somit indirekt kriminalisiert. Das ist gegen jede Freiheit, die nicht nur darin besteht, dass jeder tun kann, was er will. Insbesondere umfasst der Freiheitsbegriff auch, nicht tun zu müssen, was man nicht will.
Es geht bei der beschlossenen Gesetzesreform also nicht um einen notwendigen Schutz bedrohter Personengruppen, sondern um ein gefährliches Instrument in den Händen von Interessengruppen, die politische oder weltanschauliche Ansichten aus dem demokratischen Diskurs verdrängen und das Verhalten aller Bürger*innen auf ihre ideologische Linie zwingen könnten.
NEIN zur Änderung der Rassismus-Strafnorm
NEIN zum Zensurgesetz: Brennpunkt “Leistungsverweigerung”
Zwischen Staat und Bürger*innen gilt etwas als Diskriminierung, wenn der Staat eine willkürliche, sachlich nicht begründete Ungleichbehandlung vornimmt. Gemäss dem Grundsatz: Gleiches ist gleich, Ungleiches ist ungleich zu behandeln. Von den Bürger*innen aber kann nicht verlangt werden, dass sie alle Ungleichbehandlungen mit sachlichen Gründen rechtfertigen. Hinzu kommt, dass es wiederum eine Frage der Interpretation ist, welche Gründe als sachlich gelten können, und welche nicht. Dies gilt insbesondere bei Gewissensvorbehalten, die zum Beispiel bei der Frage relevant sind, ob ein Bäcker künftig dazu gezwungen werden können soll, eine Hochzeitstorte für ein gleichgeschlechtliches Paar anzufertigen. Richter über die Sachlichkeit von Gewissensvorbehalten entscheiden zu lassen, wo es nicht um die Erbringung von staatlichen Leistungen geht, sondern um die Beziehungen zwischen Privaten, ist brandgefährlich.
Es kann für Einzelpersonen und Personengruppen – wenn die Freiheit aufrechterhalten werden soll – keinen Rechtsanspruch darauf geben, von Privaten gleich behandelt zu werden. Die vorliegend diskutierte Strafnorm geht in Richtung Vereinigungszwang und ist deswegen zutiefst antiliberal. Sie suggeriert, dass Ungleichbehandlung unter Bürger*innen stets Ausdruck einer hasserfüllten, menschenverachtenden Gesinnung sind, was offenkundig nicht zutrifft.
Betreiber eines christlichen Hotels, das in der Hausordnung stehen hat, Doppelzimmer nur an verheiratete heterosexuelle Paare zu vermieten, käme ins Visier der Justiz. Auch die Betreiber eines privaten Adoptionsdienstes würden vor die Alternative gestellt, entweder Kinder auch an verheiratete gleichgeschlechtliche Paare zu vermitteln, oder aber ihre Dienste einzustellen. Ihre Überzeugung, dass Kinder am besten bei einem Vater und einer Mutter aufgehoben sind, würde somit indirekt kriminalisiert. Das ist gegen jede Freiheit, die nicht nur darin besteht, dass jeder tun kann, was er will. Insbesondere umfasst der Freiheitsbegriff auch, nicht tun zu müssen, was man nicht will.
Es geht bei der beschlossenen Gesetzesreform also nicht um einen notwendigen Schutz bedrohter Personengruppen, sondern um ein gefährliches Instrument in den Händen von Interessengruppen, die politische oder weltanschauliche Ansichten aus dem demokratischen Diskurs verdrängen und das Verhalten aller Bürger*innen auf ihre ideologische Linie zwingen könnten.
